Leonardo Rosa

Ci sono aziende, solitamente di piccole o medie dimensioni, guidate da imprenditori che rinuncerebbero a tantissime cose, ma non a cambiare il proprio logo, neppure se il logo in questione è visibilmente datato o fuorviante di coerenza con l’attività svolta.

Il consulente chiamato a dare un giudizio sulla comunicazione dell’azienda non può mai essere troppo diretto nel dire che un logo – specie se storico – sarebbe da cestinare il prima possibile.

Aziende al top hanno cambiato regolarmente i propri loghi

Allora si portano degli esempi. Si ricorda che anche aziende di primissima fascia come Fiat o Juventus (non a caso legate dalla stessa proprietà) hanno cambiato logo nel corso degli anni, scegliendo soluzioni in linea con i trend stilistici del momento.

Diverso ancora è il caso di aziende che hanno scelto, per certi tipi di prodotto e per un tempo limitato, di sostituire il proprio logo storico con qualcosa di diverso.

Differenze tra logo e brand

Facciamo un passo indietro e parliamo non del rapporto tra logo e brand, due elementi che spesso vengono erroneamente confusi.

Il logo è il marchio grafico di un’azienda, il brand è costituito dall’insieme di nome, termine, segno, simbolo, disegno al fine di identificare i beni o servizi (product brand) di un’impresa o l’impresa stessa (corporate brand) e di differenziarli da quelli della concorrenza. Il brand, in pratica, rappresenta una sintesi delle sensazioni che un prodotto o un’azienda riescono a suscitare nel pubblico.

Il caso del logo Lacost e delle specie animali da salvare

Un anno fa un brand fortissimo come Lacost ha deciso di sostituire, su un particolare tipo di polo, lo storico e consolidatissimo logo del coccodrillo con altri animali, attraverso immagini stilisticamente coordinate all’originale, seppure diversissime.

René Lacoste e il logo storico del coccodrillo

Si è trattato della tartaruga rugosa della Birmania, del lepilemure settentrionale, del rinoceronte di Giava, del gibbone di Cao Vit, del condor della California e di diversi altri per un totale di 10. Dieci animali in via di estinzione per i quali Lacost ha deciso di avviare una campagna di sostegno. Quasi superfluo sottolineare che le polo con i nuovi loghi sono andate sold out in brevissimo tempo.

Logo e marketing

Che considerazione si possono trarre da questa riuscita campagna di comunicazione e marketing?

  • Innanzitutto che le novità fanno bene alle aziende, quando sono coerenti, stilisticamente perfette e accompagnate da una vision assolutamente chiara;
  • Le proposte a tempo determinato catturano l’attenzione del pubblico in target che, nella maggioranza dei casi e per brand consolidati, non si lascia sfuggire l’occasione di avere un prodotto quasi in esclusiva;
  • Che sempre più spesso aziende grandi e piccole scelgono di sposare temi quali la sensibilità ambientale come elemento per toccare l’attenzione dei consumatori e guadagnare la loro fiducia nel medio periodo;
  • Che campagne di questo tipo, al di là dei budget di advertising impegnati, possono godere di un ritorno in termini di stampa generalista e di settore a costo zero, proprio a fronte di una tematica che va oltre il core business (in questo caso l’abbigliamento).

Ecco allora che a volte si può osare. Basta studiare bene la rotta da seguire.

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